Unire le lotte per distruggere il capitalismo
Volantino per le giornate di lotta del 19 e 20 aprile
Il nuovo rapporto State of Global Climate 2023 della World Meteorological Organization (Wmo) pubblicato a marzo ha confermato che il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato nei 174 anni di osservazioni, con una temperatura media globale di superficie di 1,45 °Celsius al di sopra del valore di riferimento pre-industriale (con un margine di incertezza di 0,12 °C). Nel 2023 sono stati nuovamente superati, e in alcuni casi infranti, i record relativi ai livelli di gas serra, alle temperature superficiali, al surriscaldamento e all’acidificazione degli oceani, all’innalzamento del livello del mare, alla copertura del ghiaccio marino antartico e al ritiro dei ghiacciai. Ondate di calore, inondazioni, siccità, incendi e cicloni tropicali in rapida intensificazione hanno distrutto territori e sconvolto la vita di milioni di persone.
Scioperiamo per il clima e contro il greenwashing di Israele
Il movimento Fff ha denunciato sin dal principio il massacro in corso contro il popolo palestinese e ha portato nelle piazze lo slogan «no climate justice on occupied land», non c’è giustizia climatica in una terra occupata.
Lo Stato terrorista di Israele mentre porta avanti il genocidio a Gaza e la pulizia etnica in Cisgiordania, copre i suoi crimini contro l’umanità con il greenwashing. Alla Cop28, infatti, Israele, beffardamente ha presentato un modello di innovazione climatica portando il suo contributo che consiste principalmente «nella fornitura di tecnologie e soluzioni pratiche».
Da molto tempo, la popolazione palestinese ha sperimentato sulla propria pelle il «contributo» di Israele alla vita e all’ambiente. L’avvelenamento del territorio e l’inquinamento causato dai bombardamenti assassini lasceranno una scia di distruzione che durerà per molti anni e ucciderà anche molti dei palestinesi che riusciranno a sopravvivere al genocidio attualmente in corso. Israele già prima di procedere verso la sua «soluzione finale» aveva avvelenato i terreni agricoli palestinesi che, prima dell’inizio di ottobre dello scorso anno, avevano il 96% della loro acqua non adatta al consumo umano. Il genocidio in corso a Gaza e l’incremento della pulizia etnica in Cisgiordania rappresentano una nuova fase nella continua Nakba, che da più di 75 anni è anche ambientale.
Studenti e operai uniti nella lotta
La strada giusta è quella di unire le lotte degli studenti con quelle dei lavoratori, unico soggetto in grado di fermare questo sistema produttivo, ma non attraverso la richiesta di intervento pubblico finalizzato a un differente modo di produrre rimanendo all’interno dell’economia di mercato.
Per superare la crisi climatica è necessario distruggere il capitalismo e per farlo dobbiamo sì convergere, ma non abbiamo nulla da chiedere, perché gli operai non hanno bisogno di nessun padrone per decidere cosa e come produrre!