Dal Molin: Non c'è nulla da festeggiare
UN PARCO DELLA PACE
INTORNO ALLA BASE DI GUERRA
di Patrizia Cammarata
In altre situazioni, però, il voler vedere a
tutti i costi il “bicchiere mezzo pieno” può significare la scelta di non
affrontare una realtà negativa, o una sconfitta. Credo sia quanto sta accadendo
a numerosi attivisti del movimento No Dal Molin che in questo periodo
applaudono ai proclami dei “disobbedienti” che gestiscono il presidio
permanente i quali, facendo eco al sindaco del Pd Variati e a Cinzia Bottene
(consigliere comunale), annunciano come una esaltante vittoria la costruzione
del cosiddetto Parco della Pace, parco che sorgerà proprio a fianco della
grande base di guerra, i cui lavori stanno procedendo speditamente.
Il
sindaco, inoltre, invoca per la città di Vicenza la “riconciliazione”,
continuando a trovare nel gruppo dirigente del presidio ottimi collaboratori
per questo fine.
Infatti,
anche il “quarto festival No Dal Molin” che si tiene dal 1 al 12 settembre in
ben due zone della città (Parco delle Fornaci e il nuovo acclamato Parco della
Pace) è un tassello di un’operazione che è partita in grande stile prima e
subito dopo l’elezione di Variati (anche con l’inganno del referendum per
affossare le mobilitazioni) ed è proceduta per tappe, con pubbliche e colorate
azioni mediatiche che gridavano contro la base e contro la guerra, affiancate da
ristretti incontri a porte chiuse nei quali gli argomenti trattati erano
elezioni, pacificazione, compensazioni.
Non
dubitiamo che in una città come Vicenza, così avara di spazi e opportunità per
i giovani, un’iniziativa come i dodici giorni di Festival con artisti di fama e
impegnati in campo sociale (Modena City Rambles, Luca Bassanese –Banda Osiris,
e tanti altri) possa incontrare l’appoggio e l’entusiasmo di centinaia di
cittadini.
Ma
non è questo in discussione.
In
discussione c’è la guerra, c’è una città come Vicenza dove esisteva un grande
movimento contro la guerra che ha saputo parlare con altri uguali movimenti di
diverse parti del mondo, e che ora non c’è più.
Un
movimento “svenduto” alle compatibilità e agli scambi istituzionali, e per la
cui svendita qualcuno sta guadagnando spazi sociali da gestire, e qualcun altro
la possibilità di procedere con la costruzione della più grande base di guerra
in Europa, in una città pacificata.
La
sera del 3 settembre una decina di persone (dai 16 ai 55 anni) ha distribuito,
insieme ai militanti del piccolo Comitato Vicenza Est, un volantino.
Lo
abbiamo distribuito a chi si apprestava
ad entrare alla Festa No Dal Molin.
In
questo volantino si è ricordato che sul nostro territorio, come in molte altre
parti del mondo colpite dalle guerre che sono organizzate e partono dalle basi militari a Vicenza, non c’è nulla da
festeggiare.
Si
è ricordato che il Parco della Pace è funzionale alla retorica della guerra e
alla militarizzazione della città. Si bombardano le città e si affamano i
popoli con lo scudo di parole come“democrazia”, “pace”, “missione umanitaria”,
ed evocando i colori dell’arcobaleno.
A
Vicenza la caserma Ederle è situata in viale della Pace, l’area dove vivono i
soldati Usa e le loro famiglie si chiama Villaggio della Pace. Questo nuovo
parco, che si dice terreno “sottratto alla base di guerra” sarà comunque
funzionale a questa continua mistificazione.
Gli
studenti dell’università d’architettura di Camerino hanno presentato, durante
la seconda giornata del festival No dal Molin, i progetti per il Parco della
pace, fra i quali quello ritenuto dalla docente universitaria il più
affascinante: il progetto “Bolle blu” che prevede la realizzazione di tre
cupole in vetro sopra un lago. Ognuna delle quali potrà avere una funzione
particolare: culturale, sportiva e istituzionale. Altre due studentesse hanno
pensato di sfruttare l’acqua in un altro modo: creando delle spiagge.
Siamo
certi che anche i generali Usa con le loro famiglie saranno felici di poter
tranquillamente godere di questo nuovo parco della Pace, qualsiasi sarà il
progetto scelto, in quel clima di pacificazione tanto auspicato dal sindaco e
che con magistrale bravura i disobbedienti di Casarini, invitato a discutere al
festival il giorno 6 settembre sui fatti di Genova 2001, hanno saputo creare in
una città che negli anni 2006/2007 era diventata in Italia il simbolo della
resistenza contro la guerra.
E’
necessario riallacciare i fili della reale opposizione alla guerra,
un’opposizione che oggi deve necessariamente legarsi alle lotte che, anche se
ancora in modo disorganizzato e confuso, quotidianamente ci arrivano dal mondo
del lavoro dove operai, lavoratori della scuola, della sanità, dei servizi,
stanno subendo un attacco durissimo la cui intensità cresce di giorno in
giorno, proprio come di giorno in giorno cresce l’attacco e l’umiliazione alle
donne, il razzismo, i disastri ambientali. Come di giorno in giorno cresce
l’intensità delle guerre, i lavori di costruzione della nuova base Dal Molin e
l’ipocrisia interessata di chi sta sempre dalla parte del potere parlando di
pace.
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Questo il volantino del Comitato Vicenza Est
distribuito durante le giornate del festival “No Dal Molin”
Vicenza, sul Dal Molin in costruzione e
la necessità di riprendere la lotta!
Vicenza, con la base militare Dal Molin in rapida costruzione, la città in mano ai militari, le guerre e le occupazioni che continuano, non c’è nulla da festeggiare !
Nel mese di luglio il sindaco di Vicenza Achille Variati ha
annunciato in televisione e sulla stampa con
grande enfasi e soddisfazione che, dopo il viale della Pace (situato di fronte
alla base militare USA Ederle) e il villaggio della Pace (area residenziale dei
militari USA) il Governo Berlusconi, per ribadire il concetto, vorrebbe
istituire in città anche il Parco della Pace, proprio vicino alla nuova enorme
base in costruzione, il Dal Molin.
Soddisfatti, anzi molto soddisfatti della
trovata, i Comitati del No/Presidio permanente (che appoggiano il sindaco) e
quelli del Sì alla base militare Dal Molin (dalla parte del Governo). La Caserma Ederle ha
intanto festeggiato il 4 luglio riaprendo le porte ai vicentini. Il
Presidio organizza, con l'appoggio
dell'Amministrazione Comunale, il Festival di
questi giorni... (altro che
lotte!). La parola che ricorreva più spesso sulla bocca del sindaco
Variati e di altri politici era per giorni "riconciliazione", bisogno di riconciliazione (che
può essere letto più chiaramente: i lavori proseguono rapidi e indisturbati,
arrivano nuove truppe per fare la guerra a cui noi non ci siamo mai opposti,
nessuno si azzardi a contestare, se stiamo buoni ci danno anche un parco
cittadino, questa è la democrazia, anzi di più, diremo che è una grande
vittoria della democrazia e della partecipazione). Infatti, questo è stato
detto. Nessuna parola sulle vere finalità del progetto di occupazione militare,
che vede partecipi e complici le istituzioni ai vari livelli: guerre ai poveri,
distruzione sistematica dell’ambiente, occupazione militare crescente del
territorio. Si parla pertanto apertamente, dopo tanti doppi giochi e finte
opposizioni, di compensazioni ottenute nella trattativa, tra cui una
tangenziale, utile proprio, guarda caso, a unire la base 1 e la base 2 di
Vicenza, la Caserma
Ederle e l’area militare in costruzione Dal Molin.
Compensazione o piuttosto integrazione al progetto di città militare?
Anche il parco della Pace, se si farà, è in questo contesto torbido e diseducativo, funzionale alla retorica di guerra e alla militarizzazione.
Un parco della Pace attaccato a una base di guerra? Perché il Governo e il sindaco insieme lo vogliono se non per coprire oggi e domani le attività delle basi militari e continuare a collaborare?
Va detto che non è la prima volta, anzi, che i sostenitori attivi
delle guerre e delle basi militari usano il termine pace per perpetrare
ingiustizie enormi ed giustificare massacri e devastazioni. Accade continuamente
purtroppo, fa parte di una strategia di controllo e disinformazione ben
studiata. Lo hanno fatto nel tempo dittature e regimi e lo fanno oggi i paesi
della NATO per giustificare le guerre in Medio Oriente e i progetti di
controllo militare dell’Africa ....
Noi non approviamo questa superficialità e siamo contrari a questi
tentativi di falsificare la realtà e ridurre tutto, è proprio il caso di dirlo,
al proprio giardino. La nuova grande base militare Dal Molin è in costruzione,
fa spavento solo a vederla da lontano e non c’è nulla da festeggiare di fronte
all’invasione di soldati che si prospetta. Non vi fate ingannare dal governo,
dal sindaco e dai militari che stanno agendo insieme per coprire la realtà: le
guerre e le occupazioni continuano drammaticamente, i fatti sono questi.
La città di Vicenza ha una base militare in più che si aggiunge
alla Ederle, alla Gendarmeria Europea e al COESPU, al sito Pluto e a molte
altre strutture collegate fra loro.
Non chiudiamo gli occhi, alziamo la testa e lottiamo insieme contro il sistema e la guerra!
Il Comitato degli
abitanti e lavoratori di Vicenza Est - Contro la costruzione di una nuova base
a Vicenza - Per la conversione della caserma Ederle ad usi civili "
Vicenza, settembre 2010