Solidarietà agli operai Jabil e Nokia
di Cassina de’ Pecchi
Raccogliendo
l’appello degli operai Jabil e Nokia, che chiedono attenzione alla loro lotta,
pubblichiamo sul nostro sito questa lettera di denuncia di una delle operaie in
lotta. Alternativa Comunista esprime piena e concreta solidarietà militante e
vicinanza attiva ai lavoratori della Jabil e Nokia di Cassina de’ Pecchi che
continuano la loro mobilitazione e cercano di ampliarla.
Organizziamoci
per respingere gli attacchi dei padroni, delle banche, dei loro governi amici!
Organizziamo
l’auto difesa delle lotte dei proletari contro le aggressioni delle bande
armate istituzionali e non solo che difendono esclusivamente gli interessi dei
potenti!
No alla
“nuova” riforma del lavoro!
No alla
svendita dei diritti dei lavoratori!
Sì alla
lotta ad oltranza per cacciare tutti i governi amici delle banche e dei padroni!
Lavoratori,
studenti, disoccupati, precari e chiunque subisca le sorti della crisi creata
dai padroni: su la testa e lottiamo uniti!
Stefano Bonomi
(Dipartimento sindacale del Pdac)
Per qualcuno la legge è più uguale che per altri...
Ci si
ritrova alle 24 e si parte per Roma peccato che all'arrivo i lavoratori Jabil
hanno ricevuto l'accoglienza prepotente delle forze dell'ordine che li hanno
privati delle bandiere Fiom e fermati chiedendo loro le generalità senza che
abbiano commesso nessun crimine se non quello di recarsi al ministero per
cercare di far sentire ancora per una volta la loro voce che viene
ingiustamente coperta dallo stridere di voci che continuano a lamentarsi della
non crescita di questo Paese. Si lamentano e lo mandano a gambe all'aria ma
com'è possibile?
Difendere
e pretendere di riavere un posto di lavoro che è stato ingiustamente tolto da
persone che non giocano di certo a far migliorare l'economia di questa nazione
sembra essere diventato uno sport pericoloso in questo momento storico,si gioca
a far diventare la lista dei disoccupati sempre più numerosa,si gioca con le
vite delle persone più deboli che vedendosi private della loro identità
decidono che sopravvivere non possa più fare per loro perché erano abituate a
vivere decorosamente fino a pochi mesi fa. La mattanza continua e ci si
dimentica che in Italia lavorare è un diritto ma anche un dovere e che queste
due postille sono ben evidenziate dal codice civile.
Si fanno
andare avanti indisturbati i ladri, gli speculatori, gli affamatori di popolo
dimenticandosi di quanto bene la forza lavoro abbia fatto per questo Paese e di
quanti sacrifici abbiano fatto plasmando le loro vite alle richieste delle
stesse aziende. Nessuno avrebbe mai immaginato che fosse così duramente colpito
proprio uno dei settori che hanno sempre rappresentato il fiore all'occhiello
di questo Paese, le telecomunicazioni stanno subendo attacchi gratuiti e stanno
pagando un caro prezzo in questo momento storico si vogliono tagliare e ridurre
organici cospicui da sempre considerati importanti oltre ai 325 lavoratori
Jabil ci sono i lavoratori Nokia con 580 esuberi dichiarati,seguono i
lavoratori Alcatel con 180, i lavoratori Fastweb che verranno esternalizzati,
ed è proprio delle scorse ore la dichiarazione da parte di Sirti di 1000
esuberi insomma una vera e propria mattanza. Stamani a Roma davano fastidio le
nostre presenze, dava fastidio il suono della verità,dava fastidio la voglia di
non darsi per vinti ed è a questo punto che si dovrebbe pensare di
intensificare le lotte che ci si dovrebbe riappropriare delle fabbriche che poi
sono le nostre poiché siamo stati noi
lavoratori a farle crescere ,ad ampliarle a renderle colossi nel settore a
dedicare tutta la nostra collaborazione e tutta la nostra competenza e non ci
stiamo a vederle diventare dei cimiteri dove non si vuole più lasciare lo
spazio alla volontà ma solo portare disperazione ed ingiustizia sociale.
Come mai
per qualcuno la legge è più uguale che per altri? Come mai non ci si rende
conto che tutte queste persone hanno famiglie,mutui da pagare,bollette che
puntuali si presentano ogni mese nelle loro abitazioni e che non si sa per
quanto ognuna di queste famiglie continuerà ad averla un'abitazione?
Siamo
stanchi di parole, di promesse non mantenute,siamo stanchi di vivere in uno
Stato che pretende ma che offende, siamo stanchi di dover subire rappresaglie,
siamo stanchi di non vedere la partecipazione di quelli che ancora sono
fortunati e continuano a lavorare pensando così di salvare la sedia senza aver
capito o non volendo capire che questo non assicurerà loro la permanenza nella
vita lavorativa e che quando arriverà il primo ordine dall'alto anche la loro
testa capitolerà così come hanno fatto le nostre.
Sono
delusa,amareggiata e sempre più indignata,sono ferita nell'anima da persone che
si lamentano di non avere la benzina nelle auto e poi ci si fiondano contro
trattandoci da malavitosi,da delinquenti quando non siamo di certo noi a
delinquere.
Ciò che
vorrei sarebbe un'unione seria da parte di tutti i lavoratori,ciò che vorrei e
che mi piacerebbe vedere sarebbe una reazione forte e determinata da parte di
tutti i lavoratori offesi duramente da chi dovrebbe tutelarli,ciò che vorrei
sarebbe il veder tornare le fabbriche nelle nostre mani poiché ci appartengono
e le abbiamo guadagnate con anni di lavoro,ciò che vorrei sarebbe un mondo che
si potesse chiamare ancora mondo,ciò che vorrei sarebbe far sentire le nostre
voci e colpire ancora la coscienza di chi va in tv dicendo di averne ancora una
ciò che vorrei è il non darsi per vinti da parte di chi lotta.
Non
saranno pochi uomini che devono sottostare a degli “ordini superiori” a far
indietreggiare persone che da perdere non hanno più nulla e che non si
strumentalizzi la protesta cercando di far passare i lavoratori come soggetti
pericolosi perché qui se c’è qualcuno di pericoloso non sono i lavoratori ma il
malgoverno che permette che queste mattanze avvengano senza chiederci chi c’è
dietro un nome e cognome e quale sia la sua storia. Un governo che non ha il
tempo per fermarsi a chiedersi chi sono tutti questi lavoratori sfruttati e
abbandonati non può definirsi tale.
Smettiamo
di autorizzare i ladri e tuteliamo invece quanti non hanno mai compiuto nulla
di illegale e vanno in giro a volto scoperto racchiudendo in un fischietto e
nello sventolio di una bandiera tutta la rabbia e la delusione che gli fa
compagnia già da un po’ e ritenendosi anche fortunati che non si debbano
sporcare le mani con altri suicidi di stato,noi andiamo avanti e non ci
fermiamo di fronte a nessun tipo di sopruso anche perché non lo meritiamo!
Tutti i
lavoratori devono sapere di non essere soli e non devono mai smettere di
credere nei loro sogni, anche se questa via è difficile e spesso si cede a
momenti di sconforto non facciamo loro nessun regalo,continuiamo a far sentire
le nostre voci, a fischiare la nostra rabbia cullandoci nello sventolio di una
bandiera che assume più valore proprio perché scomoda!
Anna Lisa Minutillo