La campagna per il reddito sociale in Puglia
La nostra alternativa ai regali di Vendola al padronato
di Nicola Porfido (*)
Da quasi un mese è partita, in Puglia, la campagna per la costituzione del reddito sociale per disoccupati e precari, una campagna lanciata dagli operai e studenti del Partito di Alternativa Comunista e che ha già raccolto l’adesione di numerosi precari, disoccupati e lavoratori pugliesi in cassa integrazione, che partecipano in modo attivo e convinto alle numerose iniziative organizzate nella regione. Un progetto che mira, anche, a smascherare l’opportunismo di Nichi Vendola e della sua cricca, impegnati, a differenza di quel che afferma la maggior parte di tv e giornali, a rimpinguare le tasche del padronato pugliese, a spese della classe lavoratrice.
Ecco che fine fanno i soldi pubblici: in tasca a padronato e privati
Se ne parla poco ma la somma di denaro pubblico destinata dal governo regionale ai colossi aziendali della regione è esorbitante: un miliardo di euro (nell’ultimo bilancio regionale). Denari che andranno a finire nelle tasche di veri e propri leaders dell’imprenditoria come Getrag, Natuzzi, Adelchi, oltre a molte altre fabbriche minori che, prevedibilmente, si prenderanno il bottino e, come già stanno facendo, scapperanno dall’altra parte dell’Adriatico con tutti i macchinari, per sfruttare la forza lavoro ad un costo più basso. Milioni di euro alle singole aziende in cambio della riassunzione di un irrisorio numero di operai, aspettando qualche mese prima di chiedere nuovamente altri finanziamenti pubblici. Questo metodo è attuato in diversi casi, dalla Manifattura Tabacchi alla Pista di Nardò, e si è rivelato un drammatico imbroglio per la classe lavoratrice, come nel caso di Adelchi di Tricase, dove, dopo anni di iniezioni di denaro pubblico, sono stati lasciati sul lastrico cinquecento operai. Per non parlare dei finanziamenti pubblici a scuola e sanità privata. Mentre gli studenti hanno manifestato il 7 ottobre per i decreti attuativi della Riforma regionale del diritto allo studio (riforma concessa due anni fa e da allora rimasta nel cassetto), la Giunta Vendola con la Delibera n. 2321 del 18 ottobre 2011 (con il voto di Maria Campese, assessore regionale e componente della segreteria nazionale di Rifondazione comunista) finanzia gli asili e le scuole private! Sul versante della sanità non dimentichiamo, poi, i centoventi milioni di soldi pubblici destinati al bancarottiere Don Verzè per la costruzione della sua clinica privata a Taranto, il San Raffaele del Mediterraneo. Don Verzè, amico di Berlusconi al nord, vuole forse rifarsi del crack della sua clinica a Milano a spese dei lavoratori e dei cittadini pugliesi, e Vendola gli allunga la mano.
La nostra proposta di reddito sociale
A
breve la Regione Puglia
riceverà dal governo nazionale circa tre miliardi di euro dei Fondi Fas (Fondi
per le aree sotto utilizzate) oltre ad altri fondi pubblici a disposizione;
vogliamo che questi soldi siano utilizzati per la creazione di un “Reddito
sociale per disoccupati e precari” e non per arricchire ulteriormente il
padronato con appalti nelle opere pubbliche e finanziamenti per imprese che
delocalizzano. Il tempo dei regali a speculatori che si sono arricchiti sulle
spalle dei lavoratori deve finire! Adesso paghino loro!
Il
Partito di Alternativa Comunista (insieme ai lavoratori e alle lavoratrici, ai
rappresentanti delle organizzazioni politiche e sindacali, anche diversamente
collocati, ai movimenti di lotta di disoccupati e precari), è impegnato
nell’organizzazione della campagna di mobilitazione per la creazione di un
Reddito sociale. Reddito sociale che dovrà essere pari al salario di un
operaio, che dovrà anche integrare indennità di cassa-integrazione e stipendi
da fame. Il reddito sociale rappresenta una misura transitoria in questa fase
di profonda crisi economica capitalista ed è necessario che, a fianco di questa
lotta per la sopravvivenza, aumenti al contempo la consapevolezza che solo
l’abbattimento del capitalismo potrà portare, in Puglia come altrove, la
definitiva scomparsa della precarietà e della miseria.
(*) Pdac –sezione di Bari