Indesit e Same: bergamo "marchionnizzata"?
di Stefano Bonomi
Ad un primo approccio prendere in considerazione, cercando punti in comune, la situazione degli stabilimenti Indesit di Brembate Sopra e Same di Treviglio può sembrare strano, ma, ad un'analisi approfondita, si possono ottenere dei riscontri "sorprendenti".
La Same, salita all'onore delle cronache nazionali perché un
nutrito gruppo di operai in mobilitazione ha, con un lancio di uova, imbrattato
la sede territoriale della Cisl, sembra tradurre in salsa orobica le medievali
parole d'ordine di Marchionne: io sono il padrone, comando su tutto e tutti tu,
operaio, taci e abbassa sempre di più la testa altrimenti ti schiaccio sotto il
mio stivale.
A
tal proposito, la direzione generale dell'azienda, approfittando della
campagna mass-mediatica di
delegittimazione e diffamazione piovuta addosso agli operai "frittatisti" da
tutto il modo istituzionale e sindacale (Cgil inclusa), ha deciso di
interrompere le varie trattative aziendali "unitarie" e di proseguire nel
"dialogo costruttiv" solo con le compiacenti Fim e Uilm.
E'
una prima risposta territoriale alle potenzialità del corteo organizzato dalla
Fiom il 16 ottobre?
Fatto
sta che per non incrinare ulteriormente i "difficili" rapporti con le altre
sigle confederali gira una voce molto insistente sulla possibile espulsione
degli "operai colpevoli" e del segretario provinciale Fiom presente al corteo
"incriminato".
E'
un primo tentativo territoriale di un nuovo "patto sociale"?
A
queste e altre domande vorremmo dare risposta insieme agli operai "indagati" a
cui va tutta la nostra solidarietà.
Alla
Indesit il teatrino farsesco procede senza sosta dal luglio scorso quando
Merloni ha deciso che Brembate e Refrontolo (Tv) devono chiudere perché sono un
peso per l'economia del gruppo.
In
risposta a tutto questo, una piccola parte dei 430 dipendenti, presidia con
fortune alterne i cancelli della fabbrica nel completo isolamento sociale e
politico.
E
i sindacati?
L'Ugl
è sparita dalla piazza visto che confida nelle trattative istituzionali "
ufficiali", la Fim
mal supporta il presidio, visto che "non bisogna dar troppo fastidio alla
direzione altrimenti interrompe le trattative" (testuali parole del funzionario
che segue il caso) e la Fiom
che, pur manifestando piccolissimi segnali di criticità, si accoda
tranquillamente a questa situazione imbarazzante per chiunque abbia a cuore le
sorti dei lavoratori.
La
sezione di Bergamo di Alternativa Comunista
segue da molto vicino le vicende operaie di queste aziende nella prospettiva
che quest'aria malsanamente antioperaia cessi, che si consolidi un fronte unico
di classe in grado di invertire la rotta e in modo tale che si sviluppi un
forte vento in grado di abbattere questo sistema che si basa sull'oppressione e
lo sfruttamento delle masse popolari.