Il manganello della Meloni contro giovani studenti
Alternativa Comunista – Emilia Romagna
A 12 giovani vengono contestati reati come: «vilipendio, minaccia aggravata, travisamento e accensione di fumogeni» (sic), manifestazione «non preavvisata» e altri consimili «reati» previsti dal mussoliniano Codice Rocco e dai «decreti sicurezza» di Salvini-Conte che, oltre a prevedere misure contro gli immigrati, includono un inasprimento dei "reati" commessi in occasione di manifestazioni pubbliche. Misure utilizzate poche settimane fa anche contro alcuni attivisti ambientalisti di Ultima Generazione (1).
Perquisizioni e spropositate «misure cautelari» (tra cui il «divieto di dimora» nella città in cui diversi di loro studiano) arrivano a conclusione di indagini a tempo record con cui gli apparati repressivi (gli stessi che hanno impiegato 30 anni per trovare il pluri-omicida boss mafioso Messina Denaro) hanno individuato i presunti responsabili di aver attaccato a una impalcatura un manichino a testa in giù «riconducibile al presidente Giorgia Meloni» durante una manifestazione dello scorso novembre. Questo sarebbe il «vilipendio delle istituzioni», a cui si aggiunge l'occupazione di uno studentato, in una città con affitti a prezzi inaccessibili (2).
Il Partito di Alternativa Comunista esprime solidarietà ai giovani attivisti del Cua e del Laboratorio Cybilla di Bologna.
Contro la repressione della borghesia e dei suoi apparati è necessario rafforzare, estendere ed unire le lotte di studenti e lavoratori, sull'esempio di quanto sta accadendo in queste settimane in Francia e Gran Bretagna.
Note
(1) Sul tema vedi un nostro recente articolo
(2) Affrontiamo il tema in questo articolo scritto da un militante del Pdac universitario a Bologna