OCCUPY NIGERIA
di Adriano Lotito
A poco più di un anno di distanza dall'esplosione delle rivoluzioni in Tunisia e in Egitto (dicembre 2010), il carattere altamente conflittuale delle lotte in corso nel continente africano non cessa di persistere ma al contrario, si va espandendo in zone finora poco lambite dalle sollevazioni popolari. E' il caso della Nigeria, che se fino allo scorso anno aveva fatto parlare di sè esclusivamente per quanto concerne le diatribe religiose, a partire da questo gennaio ha conosciuto invece il fiorire di un ampio e radicale fronte di lotta che, ispirandosi all'immaginario degli indignados, ha assunto il nome di Occupy Nigeria.
Le cause immediate della protesta vanno cercate nelle politiche economiche intraprese negli ultimi tempi dal governo di Goodluck Jonathan, attuale presidente della Nigeria, che ha deciso di tagliare i sussidi statali per i combustibili impedendo dunque alla stragrande maggioranza della popolazione di usufruire della benzina. Il caro benzina è divenuto così un peso insostenibile, passando da 65 naira (circa 40 centesimi) a 140 naira (circa 80 centesimi). Considerando che in Nigeria si vive in media con due euro giornalieri si capisce bene come questa decisione sia l'ennesimo fardello che il capitale in crisi riversa sulle masse lavoratrici già di molto sotto la soglia della povertà. Il ruolo importante che il Fondo monetario internazionale ha giocato in questa decisione (facendo esplicite pressioni sul governo nigeriano) conferma la natura borghese e neocolonialista di questi provvedimenti.
La risposta delle masse è stata immediata e decisa. Il 9 gennaio si è avuto uno sciopero generale che ha portato nelle piazze di tutte le città del Paese migliaia di manifestanti tra studenti e lavoratori; nello stesso tempo sulla Rete è nato il gruppo Occupy Nigeria per estendere e radicare la protesta. Le masse nigeriane in lotta hanno dimostrato un grande combattività e disponibilità allo scontro frontale con gli apparati repressivi del governo (durante gli scontri sono morti tre nigeriani, uccisi dalla polizia), al pari di quanto è successo nel Nord Africa e in Medio Oriente.Questo ulteriore movimento di lotta in una zona tanto complessa come la polveriera nigeriana, apre un altro spiraglio rivoluzionario nel ciclo di lotte iniziato dalla Primavera Araba, a patto però che non si disperda l'energia rivoluzionaria dimostrata in questi mesi e che questa possa organizzarsi in una direzione consapevole e conseguentemente rivoluzionaria. La costruzione di una direzione del movimento continua ad essere il passo decisivo perché una rivoluzione possa essere vincente ed è per questo che le lotte iniziate in tutti i Paesi economicamente "dipendenti" (dall'imperialismo) non si sono ancora risolte in senso positivo. E' questo lo scopo che si propone la Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale, di cui il Pdac è sezione italiana, l'unica organizzazione che ha difeso a spada tratta le rivoluzioni dell'ultimo anno da tutti gli attacchi sferrati contro di esse dall'imperialismo e dalla sua propaganda, ma anche dalla propaganda del castro-chavismo e dei nostrani nostalgici dello stalinismo.
