Partito di Alternativa Comunista

La Primavera Russa contro la repressione di Stato

La Primavera Russa contro la repressione di Stato

 

 

di Adriano Lotito (*)

 

Mesi fa avevamo parlato del “caldo inverno russo” riferendoci ai movimenti di indignados che anche nell’Europa dell’Est avevano cominciato a far sentire la propria voce contro gli interessi delle grandi lobby economiche e politiche che soprattutto in Russia, dopo la caduta del regime stalinista, si sono radicate in un sistema oligarchico profondamente autoritario e antidemocratico. Queste proteste hanno subito una svolta nel mese di marzo, quando Vladimir Putin, ottenendo più del 60percento di voti alle ultime elezioni, ha conquistato il suo terzo mandato presidenziale succedendo al “delfino” Medvedev (presidente dal 2008).

 

Elezioni truccate e repressione poliziesca per la “Russia Unita”

Secondo l’Ocse e vari osservatori internazionali, le elezioni di marzo sono state fortemente alterate in favore del partito Russia Unita (che fa capo a Putin): la presenza mediatica dei fedeli di Putin è stata decisamente superiore a quella dei leader dell’Opposizione, mentre è stata ormai accertata la presenza di brogli e irregolarità procedurali in un terzo dei seggi sotto osservazione durante le votazioni. Per questo motivo subito dopo l’annuncio della rielezione di Putin il 4 marzo, migliaia di lavoratori, studenti, blogger e attivisti democratici si sono radunati in Piazza Pushkin, a Mosca, per contestare la legittimità delle elezioni presidenziali. Davanti a loro hanno trovato schierato l’intero apparato repressivo di stato, camionette e pullman della polizia, migliaia di "celerini" che non hanno aspettato tanto nello sferrare l’attacco ai manifestanti disarmati e indifesi.
Alla fine della mattanza sono stati fermati 550 attivisti e non, con l’accusa di “insubordinazione”, solo per aver urlato slogan come “Russia senza Putin”. Tutto questo dimostra come la riduzione progressiva degli spazi democratici in Russia come in altri Paesi europei sia un pericoloso segnale di involuzione che accompagna la crisi del capitalismo.
Per noi Giovani di Alternativa Comunista significa ritornare a riflettere sul problema dell’autodifesa delle manifestazioni dalla repressione statale, che in questa fase cruciale di crisi e proteste si rivela il nodo centrale da risolvere per portare a buon fine le nostre lotte (l’esempio del 15 ottobre a Roma ne è la dimostrazione).

 

Per la difesa della libertà di riunione! Continuano le proteste, continua la repressione…

L’altra battaglia decisiva che gli indignati russi stanno coraggiosamente portando avanti è la battaglia per la difesa della libertà di assembramento e di manifestazione, una libertà pericolosamente incrinata dal continuo soffocamento violento delle proteste, dalla continua persecuzione dei leader di opposizione, dagli arresti che si susseguono di giorno in giorno colpendo tutti i punti di riferimento delle masse in lotta: per citarne solo alcuni, il blogger Alexey Navalnyj, la militante ambientalista Yevgenia Chirikova e lo scrittore Eduard Limonov.
In difesa del diritto di riunione, ogni 31 del mese centinaia di manifestanti si riuniscono davanti ai palazzi del potere di Mosca e San Pietroburgo per protestare contro l’autoritarismo del governo. L’ultimo corteo di questa lunga serie di manifestazioni non-autorizzate, si è avuto sabato 31 marzo e anche in quest’ultima occasione sono finite in manette ben ottanta manifestanti insieme a molti altri attivisti feriti dagli attacchi della polizia.
La Lega Internazionale dei Lavoratori – Quarta Internazionale, di cui il PdAC è sezione italiana, esprime la massima solidarietà militante ai numerosissimi attivisti che in queste ore sono reclusi nelle carceri russe, trattenuti nelle caserme della polizia, vessati dagli apparati repressivi di un potere oligarchico che non risparmia nessun lavoratore e nessuno studente, in direzione degli interessi di una minoranza di sfruttatori. Ancora una volta ripetiamo che è necessario unire le lotte su scala internazionale, per opporre all’Europa del capitale una Europa socialista, dei giovani proletari e dei lavoratori.  

 

 

(*) resp. Giovani di Alternativa Comunista

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