Sciopero generale 29/11 - Manifestazione Palestina 30/11
Fronte unico contro genocidio, sfruttamento e repressione
Il 29 e il 30 novembre sono giornate di lotta importanti, in cui migliaia di lavoratori, studenti, attiviste e attivisti dei movimenti sono protagonisti di scioperi e manifestazioni. Ciò nonostante le direzioni sindacali e politiche abbiano fatto di tutto per dividere e depotenziare sia lo sciopero generale che il movimento a sostegno della causa palestinese.
Uno sciopero generale importante, ma non basta
Il governo Meloni sta sferrando un feroce attacco alla classe lavoratrice: la finanziaria prevede l’aumento delle pensioni di 3 euro mentre la spesa per la sanità pubblica, l'istruzione, la tutela ambientale diminuiscono. La crisi del settore automotive si sta acuendo e colpisce anche in Italia con Stellantis che pone l’intero parco stabilimenti in cassa integrazione, con l’indotto che chiude fabbriche licenziando migliaia di operai. Mentre il governo col Ddl 1660 si prepara a una possibile crescita della risposta operaia inasprendo le misure repressive già introdotte dai governi di centrosinistra.
Di fronte a questi attacchi, le direzioni dei sindacati confederali, al di là dei falsi proclami di Landini sulla necessità di una "rivolta sociale", confermano di non voler infastidire troppo governo e padronato, limitandosi a uno sciopero di 8 ore e articolato localmente (poi ulteriormente limitato dalla precettazione di Salvini nei trasporti). Il sindacalismo di base converge sulla stessa data di sciopero – il che è positivo – ma invece di cercare quella unità d'azione dei lavoratori e delle lavoratrici necessaria per affrontare lo scontro organizza cortei separati.
Serve di più: una giornata di sciopero non basta, serve una lotta ad oltranza che riesca ad unire il movimento operaio con il movimento studentesco, i movimenti delle donne con quello a sostegno della Resistenza palestinese, nella prospettiva di cacciare il governo Meloni.
30/11: manifestazione unitaria per Palestina e Libano
Continua il genocidio del popolo palestinese per mano di una delle peggiori organizzazioni criminali della storia, il sionismo, che persegue il progetto della «Grande Israele», attraverso la pulizia etnica del popolo palestinese, con il sostegno dell'imperialismo di Usa ed Ue (e la complicità di Cina e Russia).
Le direzioni dei partiti riformisti (Rifondazione, Pap, ecc.), attraverso la formula ipocrita dei "Due Stati" (cioè i palestinesi rinchiusi in una riserva su una piccola parte della loro terra) o la variante di uno "Stato binazionale" (che dovrebbe nascere da una impossibile riforma di Israele), per non scontrarsi realmente con gli interessi del sistema capitalistico rimuovono la necessità dello smantellamento dello Stato coloniale chiamato "Israele", la necessità di lottare per una Palestina restituita ai palestinesi, laica e non razzista su tutto il territorio storico di Palestina, con pieni diritti per la minoranza ebraica anti-sionista, parte di una federazione di Stati socialisti del Medio Oriente. Per raggiungere questi obiettivi è necessario che le masse arabe si rivoltino contro i regimi reazionari che appoggiano solo a parole i palestinesi. Che i lavoratori e i giovani dei Paesi imperialisti estendano la mobilitazione. In Italia bisogna rafforzare il sostegno alla Resistenza, con una maggiore partecipazione di lavoratori e lavoratrici e delle organizzazioni sindacali a fianco degli studenti. È necessario organizzare un Comitato nazionale unitario, basato su comitati locali, in cui le decisioni vengano prese democraticamente dopo la più ampia e libera discussione.
Alternativa Comunista si batte per organizzare a livello internazionale la lotta di operai e studenti contro il sistema capitalistico, un sistema barbaro basato su sfruttamento, oppressioni e distruzione del pianeta. Per lottare dobbiamo costruire l'Internazionale rivoluzionaria che ancora manca.
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