Sul convegno del 7 settembre a Vicenza
Antifascismo è anticapitalismo!
Pdac Vicenza
Desideriamo
intervenire in merito al tanto discusso convegno che doveva tenersi a Vicenza, città amministrata dal sindaco del Partito
Democratico Achille Variati, il 7 settembre prossimo ai Chiostri di
Santa Corona con l’avvocato del gerarca nazista Priebke e due esponenti del
Npd, il partito d’estrema destra tedesco.
L’utilizzo
della sala per il convegno è stato poi revocato dall’amministrazione comunale
su pressione della Questura e Prefettura, per problemi d’ordine pubblico, negli
stessi giorni in cui alcuni esponenti d’organizzazioni sindacali e politiche di
sinistra avevano lanciato un appello contro l’iniziativa. Diciamo, da subito,
che consideriamo l’annuncio di questo convegno un fatto gravissimo che si
collega ad altri fatti gravi come la comparsa delle scritte naziste sui muri di
Vicenza e l’intolleranza e il clima d’odio fomentato ad arte nella nostra città
nei confronti di poveri, senza tetto e lavoratori immigrati, e che non avremmo
fatto mancare il nostro appoggio all’eventuale sit-in di protesta. È utile, al
contempo, evidenziare il fatto che la maggior parte delle organizzazioni
rappresentate dai firmatari dell’appello contro l’iniziativa ha nel recente passato
sostenuto il sindaco Variati non perdendo al contempo l’occasione per
appoggiare governi e giunte del Pd, sempre con la scusa “di battere la destra”.
Partiamo
da quanto sta succedendo nel vecchio continente per poi ricollegarci alle
dichiarazioni rilasciate da esponenti della cosiddetta sinistra che dovrebbe
richiamarsi all’antifascismo.
Mentre
una pesantissima crisi economica si abbatte sull’Europa – causando misure
d’austerità, diminuzione dei diritti, licenziamenti di massa e chiusura delle
fabbriche – rialzano la testa gruppi di nazifascisti che oggi si organizzano
impunemente per diffondere la cultura dell’intolleranza nei confronti del
“diverso”, omosessuale o immigrato che sia, approfittando del malessere
provocato proprio dalla crisi per fomentare divisioni e odio.
L’abbiamo
visto in Grecia dove il partito neofascista Alba Dorata ha aumentato i consensi
alle scorse elezioni. Il risultato è stato l’aumento indiscriminato delle
aggressioni nei confronti degli immigrati, citiamo per esempio le vere e
proprie spedizioni punitive nei mercatini rionali dove le squadracce nere
devastano i banchetti tenuti dagli stranieri. Lo stesso partito ha
organizzato sotto il Parlamento Ateniese una distribuzione di cibo ai
poveri, ma naturalmente solo a quelli di pura “razza greca”.
L’abbiamo
visto anche in Francia, dove a farne le spese è stato un giovanissimo militante
antifascista, Clèment, ucciso lo scorso 5 giugno in un vile agguato squadrista
mentre si trovava per le vie di Parigi con degli amici. Sempre in Francia,
durante il maggio scorso, vari gruppuscoli della destra nazionalista francese
trovarono un fattore d’aggregazione e legittimazione nella mobilitazione contro
la nuova legge di Hollande che ha istituito i matrimoni gay (gli stessi
definivano le loro manifestazioni “manif pour tous”, manifestazione per
tutti!). Quella campagna omofoba fu sostenuta dal FN (Front National, partito
d’estrema destra) e anche dall’UMP, il partito dell’ex presidente della
repubblica Nicolas Sarkozy.
Tornando
in Italia, vogliamo ricordare che nel 2003 a Milano era assassinato dalla vile
mano fascista il compagno milanese Davide Cesare, meglio conosciuto come Dax,
militante di un centro sociale milanese. Nel 2008 a Verona, un gruppetto di
giovani vicini all’estrema destra pestava a morte Nicola Tommasoli. A Firenze,
il 13 dicembre 2011, un italiano vicino a Casapound spara e uccide due
senegalesi, Samb Modou e Diop Mor, altri tre rimangono feriti.
Questi sono i brutali omicidi degli ultimi anni, poi c’è un elenco
infinito d’aggressioni e attentati che si susseguono nel silenzio generale, a
subirne le maggiori conseguenze sono immigrati, rom, omosessuali e militanti
antifascisti e antirazzisti. Ma il pericolo fascista s’insedia anche in
Ungheria, Olanda e perfino nei “pacifici” Paesi scandinavi.
Data
la loro storia, passata e recente, fatta soprattutto d’attacchi squadristi
contro i lavoratori e le loro sedi sindacali (qualcuno vada a ristudiarsi cosa
successe nel ventennio), con i fascisti noi precludiamo ogni tipo di “confronto”,
a differenza di quanto emerso dalle dichiarazioni di un esponente di Sinistra
Ecologia e Libertà. Non è necessario ascoltare i fascisti per poi contestarli,
lo diciamo soprattutto al vicesindaco Bulgarini D’Elci, che definisce i
contenuti degli esponenti d’estrema destra come opinioni semplicemente “diverse
o sgradite”. Il vicesindaco, a nome dell’Amministrazione di Vicenza guidata dal
Partito Democratico, si è anche pubblicamente dispiaciuto di dover annullare il
convegno.
Non
ci sorprendono queste posizioni da parte del Pd e continuiamo al contempo a
ribadire che non è certo richiamandosi, come hanno fatto i firmatari della
petizione, “all’attuale ordinamento legislativo, a partire dal suo testo
fondamentale che è la Carta Costituzionale”, che si porrà il fascismo fuori
della storia. Per farlo bisogna praticare un antifascismo militante e di
classe, che si colleghi alla più generale mobilitazione anticapitalista.
L’antifascismo “costituzionale” e “legalitario” predicato da certi partiti
della sinistra è un modo per sottacere il vero problema, il capitalismo. Fin
quando rimarrà un sistema fondato sullo sfruttamento e sull’esclusione sociale
della stragrande maggioranza della popolazione da parte di una minoranza,
rimarrà sempre il pericolo fascista, il pericolo di una reazione del sistema
capitalista contro le lotte di coloro che vogliono giustamente rovesciarlo.
Per
noi antifascismo significa anticapitalismo e anticapitalismo significa
antifascismo. Con queste parole era stato lanciato il corteo che lo scorso 16
marzo ci ha visti scendere in piazza a Milano a distanza di dieci anni
dall’omicidio fascista di Dax. Quel giorno c’erano compagne e compagni da tutta
Italia, riunite sotto “due parole che non possono essere scisse, perché il
nostro antifascismo si radica nella messa in discussione del modo di produzione
capitalista e dei suoi rapporti sociali. Il fascismo si configura, oggi come
ieri, come figlio e servo del capitale. Combattere il fascismo significa
combattere per un’emancipazione sociale e politica in senso anticapitalista.”
Così recitava l’appello per quella manifestazione. Quelle parole le
riaffermiamo oggi contro i rigurgiti neri che vorrebbero farsi spazio in città.
Ci rivolgiamo a tutte le organizzazioni sinceramente antifasciste, a tutti quei
militanti impegnati sul fronte della lotta antifascista: uniamoci per mantenere
viva la memoria di ieri e per costruire la Resistenza d’oggi contro il
capitalismo e rigurgiti reazionari che esso produce.
Proprio sabato 7 settembre partirà da Vicenza un nutrito gruppo di studenti, lavoratori e militanti sindacali di diverse organizzazioni per partecipare a Rimini alla due giorni sulle lotte operaie di ieri e d’oggi, organizzata dal PdAC. Non sarà solo un importante momento di studio sulle lotte del passato (le lotte operaie del Biennio Rosso, gli scioperi operai di Torino del ‘43 e quelli dell’autunno caldo degli anni ’70) ma un momento di collegamento nazionale ed internazionale con una tavola rotonda con gli esponenti di importanti lotte di oggi: lavoratori e militanti sindacali del sindacato di base del Csp Conlutas (Brasile), del SiCobas Ikea di Piacenza, della Fiom Ferrari di Maranello, dell’Om Carrelli di Bari, Cub Immigrazione, No Austerity, Granarolo di Bologna, dell’Usb dell’ Ilva di Taranto e diversi altri.
Noi pensiamo che solo la classe dei lavoratori unita e organizzata contro le politiche padronali, contro governi e amministrazioni di centro, centro-destra e centro-sinistra, può alimentare e allargare il fronte, a Vicenza, in Italia e nel mondo, di un vero antifascismo militante.