Pieno rinoscimento per i diritti lgbt
Lottiamo contro ogni discriminazione!
Viviamo
in un periodo di forte controffensiva sul terreno dei diritti sociali di base.
In questa situazione a essere sotto attacco sono anche i diritti civili, e tra
questi il diritto alla libera espressione della propria identità di genere.
Sempre più numerosi sono infatti gli episodi di aggressione fisica e verbale a
omosessuali e altre minoranze, sempre più numerosi i casi di intolleranza in
tutti i luoghi di una società in cui pregiudizio, autoritarismo e attacco alle
condizioni materiali procedono di pari passo nel contesto di una crisi
economica e politica ben lungi dall'avere una soluzione. In Italia in
particolare, a causa della presenza ancora radicata e invasiva della Chiesa, è
montata una campagna di enormi proporzioni contro la presunta e inesistente
“ideologia gender”, che è riuscita purtroppo a riscuotere successo, se non
altro mediatico. Dalle Sentinelle in piedi all'ultima manifestazione del Family
Day, i settori più retrivi della classe dominante e della società si sono
mobilitati per cercare un capro espiatorio su cui scaricare le frustrazioni
prodotte da un sistema in decomposizione.
Il
governo Renzi, per quanto si ammanti di un'aura progressista, non è da meno. Il
ddl Cirinnà infatti, spacciata come un significativo passo avanti sul terreno
dei diritti civili, rappresenta in realtà una misura profondamente discriminatoria.
Non ci soffermiamo sulla discussione infinita intorno alla “stepchild
adoption”, che ha visto emergere politicismi da Prima repubblica proprio nel
cosiddetto partito del “cambiamento”, il Movimento cinque stelle. La misura in
sé sarebbe dettata dal puro buon senso, ma in ogni caso non basterebbe a
colmare le disuguaglianze e non sostituirebbe il normale diritto di adozione.
Riteniamo
al contrario che l'unica soluzione in grado di risolvere evidentemente le
discriminazioni della nostra società sia quella di lottare contro l'attuale
sistema sociale ed economico, fondato su precarietà, sfruttamento e
appropriazione privata. In un contesto del genere anche il diritto alla libera
espressione dell'identità di genere si converte al limite in un consumismo
spettacolare e in una mercificazione che riproduce gli stereotipi più
antiquati. Non bisogna infatti confondere la realizzazione di questi diritti
con la riproduzione delle logiche di mercato. In questo senso ci opponiamo
all'utero in affitto, e per gli eterosessuali e per gli omosessuali, in quanto
rappresenta una misura decisamente classista, per cui coppie ricche in vena di
soddisfare i propri capricci individuali, acquistano la maternità di donne
povere e costrette a vendersi per vivere. Questa non è libertà, ma lotta di
classe condotta dall'alto. Ed è vergognoso che la stragrande maggioranza della sinistra
faccia confusione in questo.
Per
questo riteniamo che la lotta per i diritti lgbt e per la propria libertà di
genere si possa condurre solo articolandola su una più generale mobilitazione
che sia diretta contro il sistema capitalistico nel suo complesso. Solo in una
società non divisa in classi sarà realmente possibile autodeterminarsi.