Partito di Alternativa Comunista

Ucraina. La polemica del Pcl contro il Pdac

Ucraina. La polemica del Pcl contro il Pdac
Contemplazione del mondo
o intervento rivoluzionario?

Su certi "rivoluzionari" in pantofole...

 

di Matteo Bavassano e Francesco Ricci

polemica ucraina

 

Qualche giorno fa il Pcl, il gruppo di Ferrando e Grisolia che fa riferimento al fantomatico Coordinamento per la rifondazione "immediata" della Quarta Internazionale (il Crqi, un gruppo "collassato", secondo l'espressione da loro stessi utilizzata in un documento interno pubblicato per errore su internet - 1), ha pubblicato un articolo in cui ironizza sull’analisi che il Pdac e la Lit-Quarta Internazionale fanno del processo rivoluzionario in atto in Ucraina (2).
Dopo aver calunniato per anni il Pdac, il Pcl sembrerebbe in cerca di argomenti politici da opporci. Purtroppo non è così perché la polemica si fonda su una completa falsificazione dell'analisi contenuta nei testi della Lit e in particolare estrapola dal contesto alcune frasi di un nostro articolo (3) attribuendoci posizioni che, come può vedere chiunque sia in grado di comprendere ciò che legge, non abbiamo mai espresso.

In genere non ci interessa confrontarci con chi polemizza usando questi metodi, perché è pura perdita di tempo. Se rispondiamo al Pcl è solo perché il gruppo di Ferrando oltre a falsificare la nostra posizione si fa al contempo portavoce di vari luoghi comuni riformisti e stalinisti sulla vicenda Ucraina con cui è utile polemizzare.

 

La falsificazione delle posizioni altrui

L’articolo del Pcl inizia con una citazione falsata dell’incipit dell’articolo di Ronald Leon. Ecco la “sintesi” fatta dal Pcl:

“Il processo rivoluzionario in Ucraina si è trasformato in uno dei più avanzati a livello mondiale. La lotta eroica del popolo ucraino è stata coronata il 22 febbraio da un'imponente vittoria: la caduta del governo oligarchico e assassino di Yanukovich. Le lezioni di questo nuovo processo rivoluzionario per la sinistra mondiale sono immense...”

Ed ecco invece il testo originale:

"Il processo rivoluzionario in Ucraina è diventato uno dei più avanzati a livello mondiale. La lotta eroica delle masse popolari ucraine, iniziata lo scorso novembre, è stata coronata il giorno 22 febbraio con una imponente vittoria: la caduta del governo assassino e oligarchico di Yanukovich. Tuttavia, ciò che più colpisce è come è avvenuto il rovesciamento dell’odiato governante e la situazione politica che si è aperta a partire da questo fatto.
Tra i giorni 18 e 22 di febbraio, i manifestanti di piazza Maidan e le loro milizie improvvisate hanno sconfitto tutti i tentativi della Berkut (forza speciale di polizia) di spezzare la schiena al movimento; hanno provocato la rottura della catena di comando delle forze armate  sul loro coinvolgimento o meno nella repressione fisica della piazza e, sabato 22, tra la fuga terrorizzata di Yanukovich e la “destituzione” di questi nella Rada suprema (parlamento), hanno occupato gli edifici più importanti, come la casa presidenziale, la Banca centrale e i principali ministeri a Kiev, aprendo una classica situazione di dualismo di poteri.

Uno dei motori principali della rivoluzione ucraina, oltre alla crisi economica e alle misure bonapartiste dell’ex-governo di Yanukovich, è la lotta contro la storica oppressione nazionale russa, che ha espressioni economiche, politiche e culturali. Questa oppressione nazionale è personificata attualmente nella politica dispotica di Putin per tutti i Paesi che l’oligarchia russa considera come parte della sua “area di influenza” e nel caso ucraino le masse hanno identificato, a ragione, Yanukovich come il principale agente del Cremlino. Per tanto, la caduta del tiranno di Kiev è una sconfitta diretta di Putin.

Le lezioni di questo nuovo processo rivoluzionario per la sinistra mondiale sono immensi. In questo articolo vogliamo esporre una prima analisi del processo rivoluzionario e indicare a grandi linee alcune prospettive."

 

Il presunto "trionfalismo" della Lit

La verità è che la critica del Pcl non fa riferimento a quanto scriviamo nella nostra analisi, ma mira ad accusare la Lit di una presunta deformazione del trotskismo: non contesta assolutamente lo svolgersi degli eventi che noi descriviamo col testo di Leon, né ne fornisce una interpretazione alternativa, ma semplicemente cerca di eliminare agli occhi dei lettori questa analisi, tra l’altro falsificando le nostre posizioni. Nei fatti il Pcl pretenderebbe di liquidare in 20 righe un articolo di più di 7 pagine di accurata analisi politica degli avvenimenti degli ultimi mesi in Ucraina. Si dice che le analisi della Lit sarebbero sempre segnate dal "trionfalismo rivoluzionario" perché abbiamo sostenuto (e lo rivendichiamo!) i processi rivoluzionari che ancora sono in corso nei Paesi del Nord Africa e Medio Oriente. Ma fermandoci all'Ucraina, dove sarebbe questo presunto “trionfalismo” della Lit? Basta leggere il testo "incriminato" non fermandosi ai titoli, uno sforzo che sarebbe utile tanto più a chi è abituato a leggere solo le quarte di copertina dei libri.

"In Ucraina, le masse mobilitate non solo hanno sconfitto il governo di Yanukovich, andando contro tutta l’opposizione parlamentare e i rappresentanti degli imperialismi europei e nordamericano, e lo stesso Putin, ma ha avuto il potere a portata di mano. Non l’ha preso né avrebbe potuto, perché lo sforzo eroico era accompagnato dalla terribile assenza di una direzione politica rivoluzionaria, la cui costruzione è il compito più urgente che si pone di fronte al movimento di massa.
Attualmente, ciò che è più probabile è che l’oligarchia europeista e di estrema destra riesca ad “occupare” il vuoto di potere e “chiudere” la crisi più immediata.

È anche probabile che, almeno per un certo periodo, queste direzioni e anche i gruppi del “Settore di destra” escano rinforzati, nel quadro di un movimento forte e coraggioso, ma confuso politicamente ed ideologicamente.

La crisi della direzione rivoluzionaria, tuttavia, non annulla l’imponente vittoria e l’esperienza realizzata dalle masse popolari mobilitate e dai difensori della Maidan."

Il trionfalismo cronico della Lit starebbe quindi nel fatto che, al di là della mancanza di una direzione rivoluzionaria che rileviamo, riteniamo che la caduta di Yanukovich non sia un complotto della Cia o un colpo di Stato fascista, ma che sia dovuta alla mobilitazione e alla lotta di importanti settori di massa che, nel quadro di una crisi economica prolungata e di un brutale grado di sfruttamento, da novembre si stanno battendo contro il governo, trasformando piazza Maidan nel luogo simbolo della protesta.
Inutile dire che i servizi segreti dell’imperialismo, che certamente intervengono, così come intervengo in tutti gli scenari di crisi, non sono in grado di mobilitare le masse, sempre che abbiano un interesse a farlo, dato che storicamente operano per impedirne la mobilitazione. Non si può invece negare a priori la possibilità che un movimento fascista possa avere un seguito di massa, ma non è questo il caso, anche se Yanukovich, Putin e gli stalinisti che li sostengono hanno interesse a far apparire che i fascisti controllino la Maidan per giustificare un intervento russo in Ucraina; questa lettura è smentita, per esempio, anche dall’appello lanciato dal “Collettivo dell’opposizione di sinistra” che delinea un programma di dieci punti sulla cui base tentano di organizzare le forze di sinistra presenti nel movimento di Maidan per contendere la direzione ai gruppi fascisti che, lo ripetiamo perché non vi siano dubbi, sono presenti e agiscono nel movimento, ma non ne sono assolutamente egemoni. E proprio da questo deriva non solo il compito, ma il dovere dei rivoluzionari di combattere l’influenza dei gruppi di estrema destra, cosa che è possibile solo con l’intervento nelle mobilitazioni, proprio perché le masse quando lottano sono in grado di fare delle esperienze che normalmente non sarebbero in grado di fare ed anche di elevare la loro coscienza politica, a patto che i rivoluzionari non girino le spalle alle masse rifiutandosi di prendere parte alle mobilitazioni e viceversa portino nella lotta la "coscienza socialista", appunto il compito per cui secondo Lenin serve costruire un partito rivoluzionario.

 

Il ruolo della direzione

Per i marxisti la rivoluzione è un processo, una lotta contro il sistema socio-economico dominante, nel cui quadro il partito rivoluzionario agisce per aiutare le masse ad arrivare alla comprensione della necessità della presa del potere da parte dei lavoratori, della rivoluzione sociale proletaria. Il senso stesso di costruire un partito rivoluzionario sta nel "portare il socialismo" nella lotta di classe: se esistessero rivoluzioni socialiste per così dire già pronte in natura, non ci sarebbe bisogno di costruire un partito rivoluzionario. L'acquisizione della coscienza socialista non può avvenire in assenza di un partito d'avanguardia marxista: questo concetto è il fondamento di tutto il leninismo e il trotskismo. E' davvero bizzarro che chi non ha capito questo pretenda pure di definirsi "trotskista".
Ma il Pcl non ha né una analisi dei fatti in Ucraina (è quanto succede a un gruppo che si costruisce nel sostanziale isolamento internazionale, all'interno di quel Crqi che non ha congressi, organismi, pubblicazioni, elaborazione) né argomenti con cui sostenere la sua posizione di passiva contemplazione. Per questo ricorre all'espediente di fare una caricatura delle posizioni altrui accodandosi al contempo a tutti i luoghi comuni della sinistra stalinista e riformista.

Come si è detto, chiunque legga i testi che abbiamo pubblicato (e che sono anche il prodotto dell'elaborazione e dell'intervento dei nostri compagni presenti in Ucraina e in Russia, per i quali certo sarebbe più comodo starsene a casa lavandosene le mani come fa il Pcl) può vedere (fin dai titoli!) che non parliamo per nulla di una rivoluzione conclusa vittoriosamente né definiamo da nessuna parte il governo provvisorio come una sorta di "governo Kerensky", posizioni che il Pcl ci attribuisce. Al contrario abbiamo scritto che il processo rivoluzionario è appena all’inizio e può arrivare ad avere uno sbocco positivo per le masse sfruttate solo se si costruisce una direzione rivoluzionaria di classe, che può nascere solo se i comunisti riescono a guadagnare la fiducia delle masse come credibile direzione delle loro lotte, con un programma transitorio, seguendo la strategia della rivoluzione permanente. Viceversa l'esito di tutto il processo sarà negativo.

Una prospettiva positiva alla lotta e una rottura con le attuali direzioni è qualcosa di impossibile? Non si direbbe, visto che la piazza ha fischiato e respinto le direzioni reazionarie quando queste hanno proposto di sottoscrivere l'accordo col governo (voluto dall'imperialismo) in vista di nuove elezioni.

 

La contemplazione della realtà

A partire dal metodo impiegato dal Pcl, che consiste nel giudicare un movimento dalla sua direzione in un dato momento, nella rivoluzione russa del 1905 i rivoluzionari avrebbero dovuto stare a guardare e a criticare (come il Pcl fa di fronte ai fatti ucraini) visto che alla testa delle masse c'era un prete reazionario (che in seguito si scoprirà essere per di più un agente provocatore) che conduceva (dietro a un crocifisso) le masse rivoluzionarie a presentare una petizione allo zar. Sempre seguendo il metodo contemplativo di Ferrando, nel febbraio 1917 i bolscevichi avrebbero dovuto rimanere estranei alla rivoluzione perché dopo aver destituito lo zar le masse lo sostituirono con governo borghese presieduto da un principe (c'è da immaginarsi come Ferrando avrebbe ironizzato sulla cosa...). E ancora, a puro titolo di esempio, ma gli esempi potrebbero continuare per pagine e pagine, di rivoluzione in rivoluzione, nel 1943, in virtù del "metodo Ferrando" bisognava stare alla finestra di fronte alla nascita del movimento della Resistenza, che nelle sue direzioni largamente maggioritarie nemmeno metteva in discussione la monarchia...
D'altra parte il Crqi-Pcl, essendo di fatto presente solo in tre Paesi in tutto il mondo (gli stessi tre da quando è nato dieci anni fa, celebrando il suo primo e unico congresso), non può fare molto altro oltre che osservare in pantofole la realtà. Attività che alterna con quella di fare inutili polemiche deformando le posizioni di chi nella realtà opera da rivoluzionario, cioè non per commentarla ma per cambiarla.

 

 

Note

(1) Coordinamento per la rifondazione della Quarta Internazionale. Sul perché lo definiamo fallimentare, rimandiamo all’articolo di F. Ricci http://www.alternativacomunista.it/content/view/1940/1/

(2) http://www.pclavoratori.it/files/index.php?obj=NEWS&oid=3734

(3) Vi invitiamo a leggere direttamente l’articolo per farvi una vostra opinione: http://www.alternativacomunista.it/content/view/1971/1/

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