Polemica.
L'elettoralismo del Partido Obrero in Argentina
I rivoluzionari in parlamento
di Eduardo Barragan (*)
I
tre deputati nazionali che hanno già preso possesso dei loro incarichi e che
hanno già incominciato a lavorare sono la massima espressione del grande risultato
elettorale del Fit (un fronte elettorale che raggruppa l'estrema sinistra
argentina, ndt). Però la nostra rappresentazione parlamentare non finisce qui. Ci
sono anche i deputati provinciali a Salta, Mendoza, Neuquén, nella provincia di
Buenos Aires, i legislatori nella capitale e i consiglieri in questa e in altre
località. Questa nuova realtà è un’enorme responsabilità: i deputati nazionali
e provinciali, i consiglieri, tutti devono dimostrare cosa significa essere un
rivoluzionario nel parlamento dei capitalisti. Da come si comporterà il Fit
nell’utilizzo del parlamento dipenderà in buona misura se continuerà a crescere
la simpatia dei lavoratori e dei settori popolari. Cioè se diventerà una
direzione alternativa per il movimento operaio e di massa. In una parola se
approfondirà la rottura con i partiti e le istituzioni dei padroni. Per questo
è importante che dibattiamo su come si deve realizzare il lavoro parlamentare.
Questo è il proposito di questo articolo.
Pochi
giorni fa il principale dirigente del Po e del Fit, Jorge Altamira (1),
dichiarava che si poneva a difesa delle istituzioni democratiche di fronte agli
attacchi dei gruppi economici. Questa dichiarazione sarebbe valida solamente se
fossimo di fronte a un colpo di Stato. Però non c’è il minimo pericolo di golpe
poiché tutta l’opposizione si è impegnata a sostenere la governabilità fino al
2015. Quindi, l’affermazione del compagno Altamira (che speriamo non si ripeta)
si configura semplicemente come una difesa del parlamento borghese e di tutte
le istituzioni della democrazia padronale e questo è l’opposto di quanto
affermato dalla Terza Internazionale (che i trotskisti rivendicano) sul ruolo
dei rivoluzionari in parlamento.
Il parlamento è un’istituzione dei capitalisti
Nel
secondo congresso della Terza Internazionale, quella fondata da Lenin e Trotsky
dopo il trionfo della Rivoluzione russa dell’ottobre 1917, fu approvata una
risoluzione sull’azione parlamentare che da allora è diventata una guida per
tutti i rivoluzionari. Che ci dice la Terza Internazionale? Che “nelle
condizioni attuali, caratterizzate dallo scatenarsi dell’imperialismo, il
parlamento è diventato uno strumento di menzogna, di frode, di violenza, di
distruzioni, di atti di brigantaggio”. Questo si vede chiaramente in Argentina
dove il parlamento negli ultimi 30 anni ha votato leggi come quella
dell’impunità per i militari genocidi, la riforma del lavoro, la consegna del
petrolio e delle imprese pubbliche alle multinazionali, la legge antiterrorismo
e tante altre della stessa risma.
Perché
andiamo in parlamento? “La tribuna del parlamento borghese è uno di questi
punti di appoggio secondari. Non si può invocare, contro l’azione parlamentare,
la qualità borghese della stessa istituzione. Il partito comunista non vi entra
per dedicarsi a un’azione organica ma per distruggere dall’interno l’apparato
governativo e il parlamento (esempi: l’azione di Liebknecht in Germania …)”.
Questo è il principio che regge il nostro intervento in parlamento. Non ci
andiamo per difendere le istituzioni della democrazia borghese, andiamo per
combatterle da dentro e utilizzarlo come tribuna per le nostre proposte
rivoluzionaria, ponendo i nostri incarichi parlamentari al servizio della lotta
operaia e delle masse popolari e subordinando questi stessi incarichi alle
necessità di questa lotta. Per questo ci sembra tanto infelice la dichiarazione
del compagno Altamira a difesa delle istituzioni democratiche di fronte ad un
supposto golpe che esiste solo nei discorsi difensivi del governo.
La lotta è il centro della nostra azione
I
compagni del Partido obrero insistono sul fatto che hanno raggiunto il luogo
dove si definisce la politica. In un certo senso hanno ragione, il parlamento è
uno dei principali luoghi dove i padroni capitalisti, servili rappresentanti
dell’imperialismo mondiale, definiscono la politica per sfruttare e opprimere
al meglio la classe operaia e il popolo lavoratore. Tuttavia non è il nostro
luogo per fare politica, per presentare la politica del partito rivoluzionario
ai lavoratori. Questo luogo è la lotta di classe, che i lavoratori sviluppano
tutti i giorni nelle fabbriche, nelle scuole, negli ospedali, nelle strade
delle città. È la lotta della classe operaia e delle masse popolari contro i
padroni capitalisti e il governo che li rappresenta il luogo principale dove
fanno politica i rivoluzionari. Per questo ci ha sorpreso molto che nel corteo
contro le interruzioni della corrente che abbiamo fatto il 30 dicembre 2013
nella Capitale, quello che chiedeva il Po non era la generalizzazione dei
blocchi stradali, ma la convocazione di una “sessione straordinaria del
parlamento ora”, mentre propagandava il progetto che Ramal ha presentato alla
legislatura. La stessa sorpresa che ci ha provocato, in mezzo al malcontento che
ha provocato la svalutazione e il conseguente rialzo dei prezzi, che il centro
della politica del Pts fosse di propagandare la dichiarazione di Del Caño circa
il non pagamento degli aumenti che si sono dati i parlamentari e i progetti che
questo stesso compagno ha proposto al congresso.
La
nostra sorpresa si deve al fatto che abbiamo sempre pensato che il parlamento è
un “punto di appoggio secondario” per l’agitazione dei nostri partiti e la
nostra attenzione principale deve essere centrata nel promuovere
l’organizzazione diretta della lotta delle masse, perché, come ha detto la
Terza Internazionale “il centro di gravità della vita politica attuale è
completamente e definitivamente uscito dal parlamento”. “Quest’azione
parlamentare, che consiste soprattutto nell’usare la tribuna parlamentare a
fini di agitazione rivoluzionaria (…) dev’essere totalmente subordinata ai fini
e ai compiti della lotta extraparlamentare delle masse”.
L’agitazione rivoluzionaria in parlamento
Andiamo
in parlamento non per difendere le istituzioni della democrazia borghese, ma per
denunciare le loro manovre, per mostrare ai lavoratori che il sistema
parlamentare lavora per i padroni, che non approvano una sola legge che vada a
beneficio dei lavoratori, che tutte le leggi sono per il beneficio dei
capitalisti. Per dimostrare che è un “covo di banditi”. Come lo facciamo?
Sollevando in parlamento tutti gli attacchi che i padroni e il loro governo
scatenano sui lavoratori, tutte le ingiustizie perpetrate su di loro tutte le
vessazioni a cui sono sottomessi i settori sfruttati e oppressi della società.
E esigendo da questo parlamento che si pronunci rifiutando questi comportamenti
dei padroni e del governo, mostrando il suo servilismo quando non lo fa.
Convertendo
in progetti di legge il nostro programma, per dimostrare a tutti gli sfruttati
e gli oppressi che i parlamentari dei partiti padronali non sono stati capaci
di approvare una sola legge a beneficio dei lavoratori. Che rifiutano i
progetti che propongono la scala mobile dei salari, di ripartire le ore di
lavoro a parità di salario perché non ci siano disoccupati, di nazionalizzare
le ferrovie, l’energia elettrica, l’acqua e tutti i servizi pubblici senza
indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori. Che tantomeno approvano i progetti
che difendono la scuola e la sanità pubbliche, gratuite e di qualità per tutti
gli abitanti del territorio argentino iniziando con il non-pagamento del debito
estero. Né quelli che manifestano solidarietà con le lotte di tutti i
lavoratori del Paese e del mondo.
I parlamentari del Fit sono una grande conquista che non dobbiamo disperdere.
È una grande conquista il fatto che abbiamo ottenuto l’appoggio operaio e delle masse popolari per mettere dei rivoluzionari nel parlamento e li dobbiamo mettere al servizio della lotta e della costruzione di una direzione alternativa, democratica e combattiva dei lavoratori. E il peggio che possiamo fare per avanzare in questo senso è creare aspettative nel parlamentarismo, creando illusioni, per esempio, che con i progetti che presenteranno i nostri parlamentari risolveremo i problemi dei lavoratori perché “opere dell’imperialismo, le riforme parlamentari, prive di spirito di continuità e di stabilità e concepite senza un piano generale, hanno perso ogni importanza pratica per le masse lavoratrici.”
Nota del traduttore
(1) Il Po argentino è la principale forza che compone il Crqi (Coordinamento per la Rifondazione della Quarta Internazionale), rappresentato in Italia dal Pcl di Ferrando. Il Crqi è di fatto il coordinamento di tre sole organizzazioni: oltre al Po e al Pcl vi aderisce un gruppo greco; ha poi qualche contatto in altri due o tre Paesi. Il primo congresso del Crqi è stato dieci anni fa (nel 2004), da allora non ha più fatto congressi. Si veda in merito una nostra nota http://www.alternativacomunista.it/content/view/1940/1/
(*) del Pstu, sezione argentina della Lit-Quarta Internazionale
(traduzione dallo spagnolo di Matteo Bavassano)